Sono oltre 850.000 persone ad aver votato al referendum sull’adesione della Repubblica di Donetsk alla Russia, affluenza oltre il 55,05%.
Si tratta delle stime presentate dal presidente della Commissione elettorale centrale della Repubblica autoproclamata, Vladimir Vysotsky, stando a ciò che viene riportato dalla Tass. “Altre 235.546 persone hanno votato fuori dal DPR , e nessuna violazione è stata registrata il secondo giorno del referendum, nonostante siano proseguiti intanto i bombardamenti. Si vota fino al 27 settembre“.
La Tass riporta inoltre che l’affluenza al referendum fino ad oggi, anche negli altri territori occupati sarebbe stata molto alta. Nella regione di Kherson avrebbero votato il 31,79% degli aventi diritto, 35,54% nella regione di Zaporizhzhia e 45,86% nell’autoproclamata repubblica di Lugansk. “Per motivi di sicurezza, fino a lunedì in queste regioni le votazioni si terranno nelle aree vicino alle case e inviando funzionari elettorali porta a porta, piuttosto che ai seggi elettorali”.
Le costrizioni dell’Ucraina al voto
Nonostante questo il Ministero della Difesa ucraina rende nota un’informazione molto importante. Questa riguarda il fatto che uomini armati russi controllano il voto: “È impossibile votare contro il referendum di annessione alla Russia, perché uomini armati controllano quello che scrivono le persone. Dopodiché, i russi rilasciano passaporti agli uomini e inviano immediatamente convocazioni di leva per unirsi all’esercito della Federazione”.
A detta del generale Oleksii Hromov, vice capo dello Stato maggiore ucraino, “è possibile che queste nuove forze vengano inviate per integrare il Servizio di frontiera russo, al fine di liberare il personale militare delle loro forze armate coinvolte nella copertura del confine con l’Ucraina“, riporta l’Ukrainska Pravda.
Hromov ha poi spiegato che la maggior parte delle persone soggette a coscrizione sono stati soldati, sergenti e ufficiali di basso rango: “Questa è la categoria che ha subito le perdite più significative nell’esercito russo”.
Lavrov: “Russia rispetterà volontà del popolo”
Dalla Russia però Serghiei Lavrov ieri all’Onu rispetterà la volontà del popolo: “Sono basati su una richiesta del governo locale, le condizioni sono state pubblicate e la Russia rispetterà l’espressione della volontà del popolo di quei territori, che da lungo tempo soffre gli abusi del regime nazista”. Questo è quello che ha ribadito nella conferenza stampa.